Potrà Huawei difendersi contro il blocco commerciale USA?

di Filippo

Cosa accadrà dopo l’ordine esecutivo della Casa Bianca?

Il maggior produttore di smartphone della Cina sta esaurendo le partnership. Le recenti politiche di Trump contro il colosso cinese della telefonia, hanno portato un inevitabile “taglio di cravatte” da parte di (oltre Google) aziende come Qualcomm e ARM, lasciando l’azienda in alto mare. Se già un blocco delle licenze Android ha scatenato non pochi problemi, il blocco si espande anche alle altre aziende di cui abbiamo parlato prima, che potrebbero privare i nuovi smartphone Huawei dei processori Qualcomm e ARM, e di chissà quali componenti forniti da aziende americane, portando Huawei a prendere provvedimenti drastici per salvare la sua linea di produzione.

Non è chiaro in che modo Huawei risponderà al nuovo blackout, ma è probabile che la società farà tutto ciò è in suo potere per ristabilire quelle rotte di approvvigionamento. E se la Huawei contesta l’ordine in tribunale, come è probabile, la lotta legale risultante potrebbe testare i limiti del potere del presidente sul commercio internazionale.

I recenti problemi di Huawei sono iniziati con un’emergenza nazionale dichiarata la scorsa settimana dal presidente Trump, che ha conferito al Segretario del Commercio il potere di bloccare le transazioni informatiche ritenute rischi per la sicurezza nazionale. L’ordine, riferito per un anno, ha un target ovvio: Huawei, l’azienda di telecomunicazioni cinese dichiarata un rischio per la pubblica sicurezza da parte dell’intelligence degli Stati Uniti d’America.

Ma la parte più importante del decreto è quanto vada oltre qualsiasi azienda e transazione. A differenza di altre azioni simili in passato, lórdine di Trump conferisce il potere al Dipartimento di Commercio di impedire a qualsiasi attore straniero, in maniera massiccia, di intrattenere relazioni commerciali con società americane. E dato il ruolo della Cina nella produzione elettronica, gran parte di questa stessa industria potrebbe esserne pesantemente colpita.

È troppo presto per dire come l’ordine verrà usato oltre Huawei.

Secondo Alan Rozenshtein, professore di giurisprudenza all’Università del Minnesota, è troppo presto per dire come l’ordine esecutivo verrà utilizzato oltre la stessa Huawei. I presidenti dichiarano le emergenze nazionali per una moltitudine di ragioni, quindi dare al Ministero del Commercio il potere di bloccare i rapporti coomerciali è un uso “non irragionevole” di un ordine esecutivo. Ma l’ordine potrebbe teoricamente essere utilizzato per un numero qualsiasi di scopi discutibili – ad esempio, per reprimere un’azienda per una questione estranea alla sicurezza nazionale.

Huawei ha affermato che l’ordine era uno stratagemma per punire la Cina mentre i negoziati commerciali si intensificano e, se i fatti lo confermano, potrebbero dimostrare che l’applicazione dell’ordine è diventata irragionevole. Huawei ha già citato in giudizio l’amministrazione Trump per un divieto di utilizzo governativo, e dopo l’ordine esecutivo, suggerito che un divieto solleverebbe “gravi problemi legali” – un suggerimento non velato, del fatto che potrebbe essere disposto a intraprendere una nuova azione legale.

Gli Stati Uniti utilizzano soltanto un approccio più mirato.

L’ampia portata dell’ordine potrebbe dare spazio a Huawei per respingerlo. Invece di respingere ogni singola transazione, il decreto mette Huawei in una lista nera, come ogni compagnia tecnologica che potrebbe portare minacce alla sicurezza in futuro. Lo stesso ordine mette ogni compagnia tecnologica Cinese, e le aziende americane che collaborano con loro, in preavviso, telegrafando un messaggio avvisandoli che il Governo degli Stati Uniti sono disposti a escluderli dal mercato americano.

Charles Skuba, professore alla McDonough School of Business della Georgetown University, dice che ci sono pochi precedenti per un ordine così ampio. Di solito, se gli Stati Uniti vedono una potenziale minaccia alla sicurezza nazionale in una transazione, adottano un approccio più mirato e ristretto: indica le azioni del Comitato per gli investimenti esteri negli Stati Uniti, che viene utilizzato per esaminare le transazioni ed è più mirato di i poteri che l’ordine esecutivo dà. Se gli Stati Uniti erano preoccupati per la tecnologia specifica venduta a Huawei, avrebbe potuto utilizzare il processo CFIUS, come l’amministrazione Obama ha fatto diverse volte in caso di investimenti cinesi.

Ma invece di bloccare un singolo accordo, o di eliminare una singola società, l’amministrazione Trump è andata oltre. “Questo è un divieto più ampio che sostanzialmente dice che tutte le attività di queste società cinesi – le vendite delle loro attrezzature, l’acquisizione di attrezzature da loro – sono fondamentalmente soggette a questo divieto”, dice Skuba. “È molto più ampio”. Resta da vedere se sia irresponsabilmente ampio.

Le Corti hanno incredibilmente accettato un ampio uso della discrezione presidenziale.

Rozenshtein dice che Huawei potrebbe agire su diversi fronti legali. La società potrebbe obiettare in una causa che l’amministrazione non ha considerato correttamente gli effetti dell’ordine – che erano “arbitrari e capricciosi” nel loro processo decisionale. Potrebbero anche combattere per motivi costituzionali, sostenendo che l’ordine è così ampio, e dà al presidente così tanto potere, che è illegale.

Tuttavia, in una situazione in gran parte senza precedenti, è difficile prevedere quanto bene Huawei potrebbe fare. Le aziende hanno fatto alcune sfide a ordini simili, come l’ordine del parco eolico di Obama del 2012, ma un giudice alla fine ha respinto la maggior parte delle affermazioni in quel caso, e qualsiasi sfida potrebbe sollevare spinose domande sul potere esecutivo.

Anche se Huawei perde la battaglia legale, ci possono essere ripercussioni politiche per muoversi in modo così aggressivo. Come Huawei ama sottolineare, gli Stati Uniti non hanno prodotto prove pubbliche del fatto che la compagnia sia una minaccia per la sicurezza nazionale attiva e molti hanno sollevato dubbi sul perché fornire componenti a un produttore di telefoni costituisca una minaccia per gli interessi degli Stati Uniti.

Qualsiasi sia l’esito delle azioni legali intraprese da Huawei, ci troviamo di fronte a un evento che potrebbe in ogni caso cambiare la visione da parte dell’ attuale presidenza americana, nei confronti del mercato cinese.

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